KPI Retail: Guida Completa per Ottimizzare le Performance Retail

Nel competitivo mondo Retail, la capacità di misurare, analizzare e tradurre le performance aziendali è di fondamentale importanza. I KPI retail identificano le aree di miglioramento, monitorano i progressi e misurano l’impatto delle iniziative strategiche. Inoltre, l’impiego di strumenti come la business intelligence e l’intelligenza artificiale nel processo di analisi dei dati retail aiutano a ottenere insight ancora più approfonditi e tempestivi per riuscire a prendere delle decisioni sempre più consapevoli e di valore.

Questo articolo vuole essere una guida completa sui KPI retail ed è pensato per aiutare Retailer e proprietari di negozi a comprendere: l’importanza di questi indicatori, come sceglierli e utilizzarli in modo efficace per ottimizzare strategia e performance del loro business. 

Contiene formule, esempi pratici e consigli utili per una corretta strategia basata sui dati.

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Indice argomenti:

Introduzione ai KPI Retail

Cosa sono i KPI nel Retail? I KPI retail, o Key Performance Indicators, sono metriche quantificabili utilizzate per misurare e valutare le performance di vari aspetti di un’attività commerciale. Questi indicatori forniscono insight sull’efficacia del business, aiutando i Retailer e proprietari di negozi a monitorare le vendite, la gestione dell’inventario, la fidelizzazione dei clienti e altri fattori chiave che influenzano la redditività e la crescita del loro brand.

Perché i KPI sono così importanti nel settore Retail

Ecco 8 motivi per adottare una strategia orientata ai dati:

  1. I KPI retail rivelano aree specifiche del business che necessitano di miglioramenti, permettendo interventi mirati.
  2. Aiutano a gestire le risorse in modo più efficiente, riducendo sprechi e ottimizzando l’uso dell’inventario e del personale.
  3. Forniscono dati concreti che supportano decisioni strategiche, migliorando l’accuratezza e l’efficacia delle scelte aziendali.
  4. Permettono un monitoraggio costante e in tempo reale delle performance, facilitano la rapida individuazione di problemi e opportunità.
  5. Ottimizzano le operazioni e le strategie di marketing, contribuendo ad aumentare la redditività e il ritorno sugli investimenti.
  6. Analizzano il comportamento e le preferenze dei clienti, permettendo di personalizzare l’offerta e migliorare la soddisfazione e la fidelizzazione dei clienti.
  7. Aiutano a mantenere l’intero team aziendale allineato sugli obiettivi strategici, favorendo una visione comune e coordinata.
  8. Utilizzati con strumenti di analisi predittiva, i KPI possono aiutare a prevedere trend futuri e prepararsi meglio per affrontare le sfide del mercato.

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Principali KPI Retail

In questa sezione verranno illustrati i KPI Retail più usati per analizzare le performance della rete vendita, fornendo non solo il significato dell’analisi ma anche formula ed esempi pratici per la corretta applicazione.

Nello specifico vedremo:

  • KPI Retail Transazionali (Metriche di Vendita): sono indicatori che misurano le performance delle vendite e delle transazioni nel retail. Questi KPI forniscono insight su come le attività di vendita stanno performando, aiutando i retailer a ottimizzare le strategie di vendita e a migliorare i ricavi.
    Esempio: Tasso di Conversione, GMROI, Rotazione delle Scorte e Sell Through.
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  • KPI Retail Relazionali: misurano la qualità delle relazioni tra il retailer e i suoi clienti. Questi KPI forniscono insight sulla fedeltà, la soddisfazione e il valore dei clienti, aiutando i retailer a sviluppare strategie per migliorare la customer retention e la customer experience.
    Esempio: Clienti Nuovi e Clienti di Ritorno, Customer Retention e Net Promoter Score.
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  • KPI Retail Cross-Channel (Metriche Omnicanale): misurano le performance delle attività di vendita e marketing attraverso diversi canali, sia online che offline. Questi KPI aiutano i retailer a comprendere come i clienti interagiscono con il brand su più piattaforme e a ottimizzare l’esperienza del cliente su tutti i canali disponibili.
    Esempio: Footfall Attribution, Tasso di Conversione Cross-Channel e Densità del Traffico in Negozio. 
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KPI Retail transazionali (metriche di vendita)

  1. Tasso di Conversione (Conversion Rate)
  2. GMROI (Gross Margin Return on Investment)
  3. Rotazione delle scorte (Stock Turn)
  4. Conteggio delle vendite (Sales Count)
  5. Scontrino medio (Average Ticket)
  6. Sell Through

1. Tasso di Conversione (Conversion Rate)

  • Definizione
    È la percentuale di visitatori che effettuano un acquisto rispetto al numero totale di visitatori. Questa metrica indica quanto efficacemente un negozio fisico o un sito e-commerce riesce a trasformare i potenziali clienti in acquirenti effettivi.
  • Formula Tasso di Conversione
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’efficacia delle strategie di vendita e marketing di un Retailer. Monitorando questa metrica, è possibile identificare aree di miglioramento nel processo di vendita e ottimizzare l’esperienza del cliente per aumentare le vendite.
  • Perché è importante
    Un alto tasso di conversione indica che il negozio o il sito web è efficace nel convincere i visitatori a completare un acquisto, migliorando la redditività complessiva. Al contrario, un basso tasso di conversione può segnalare problemi nel processo di vendita, nella presentazione dei prodotti o nell’esperienza utente, richiedendo interventi mirati per migliorare le performance.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un sito e-commerce riceva 10.000 visitatori in un mese e che 500 di questi effettuino un acquisto. Il tasso di conversione si calcola come segue:

Questo significa che il 5% dei visitatori del sito ha effettuato un acquisto. Se il Retailer vuole aumentare questo tasso, potrebbe analizzare il percorso del cliente sul sito per identificare e risolvere eventuali punti di frizione, migliorare la qualità delle descrizioni dei prodotti o implementare promozioni mirate per incentivare gli acquisti.

Uno strumento utile per l’analisi della Customer Experience è la Customer Journey Map. Scarica ora il nostro template gratuito.

2. GMROI (Gross Margin Return on Investment)

  • Definizione
    Misura l’efficacia di un Retailer nell’utilizzare il proprio inventario per generare margine lordo. Questa metrica esprime il ritorno che si ottiene dal capitale investito in inventario, valutando quanto profitto viene generato per ogni unità monetaria investita.
  • Formula GMROI
  • A cosa serve
    Misurando il margine lordo generato per ogni unità monetaria investita nell’inventario, i Retailer possono identificare quali prodotti sono più redditizi e prendere decisioni informate su approvvigionamento, pricing e gestione dell’inventario.
  • Perché è importante
    Aiuta a ottimizzare l’uso del capitale investito in inventario, migliorando la redditività complessiva. Un alto GMROI indica che il Retailer sta gestendo in modo efficace l’inventario e massimizzando i profitti, mentre un basso GMROI può segnalare problemi di sovrastoccaggio, pricing o selezione dei prodotti.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio abbia vendite totali di 500.000€, un costo delle merci vendute (COGS) di 300.000€ e un costo medio dell’inventario di 100.000€.
  • Margine Lordo = 500.000€ – 300.000€ = 200.000€
  • Costo Medio dell’Inventario = 100.000€
    Il GMROI si calcola come segue:

Questo significa che per ogni euro investito in inventario, il negozio genera 2 euro di margine lordo. Se il Retailer vuole migliorare il GMROI, potrebbe rivedere le strategie di approvvigionamento per ridurre il costo dell’inventario, ottimizzare i prezzi di vendita o promuovere prodotti a maggiore margine.

3. Rotazione delle scorte (Stock Turn)

  • Definizione
    Misura quante volte l’inventario viene venduto e rimpiazzato in un determinato periodo di tempo. 
  • Formula Stock Turn
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’efficienza della gestione dell’inventario. Un tasso di rotazione elevato suggerisce che l’inventario si vende rapidamente, mentre un tasso basso può indicare problemi di sovrastoccaggio o scarsa domanda dei prodotti.
  • Perché è importante
    Aiuta i Retailer a mantenere livelli di inventario ottimali, riducendo i costi di stoccaggio e minimizzando il rischio di obsolescenza dei prodotti. Inoltre, una buona gestione delle scorte migliora la liquidità, liberando capitale che può essere reinvestito in altre aree del business.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio abbia un costo delle merci vendute (COGS) di 600.000€ e un inventario medio di 150.000€.
  • Inventario Medio = (Inventario Iniziale + Inventario Finale) / 2
    Il tasso di rotazione delle scorte si calcola come segue:

Questo significa che l’inventario del negozio viene venduto e rimpiazzato quattro volte l’anno. Se il Retailer vuole aumentare la rotazione delle scorte, potrebbe analizzare le vendite per identificare prodotti a lenta movimentazione, ottimizzare gli ordini di acquisto per evitare sovrastoccaggi e implementare promozioni per accelerare le vendite dei prodotti meno popolari.

4. Conteggio delle vendite (Sales Count)

  • Definizione
    Misura il numero totale di transazioni o vendite effettuate in un determinato periodo di tempo. 
  • Formula Sales Count
  • A cosa serve
    Serve a monitorare l’attività complessiva di un punto vendita o di un sito e-commerce. È utile per valutare l’efficacia delle campagne di marketing, le performance stagionali e l’impatto di promozioni specifiche.
  • Perché è importante
    Offre una misura chiara e diretta del volume di affari generato. Un alto numero di vendite indica una buona domanda dei prodotti e può suggerire un’efficace strategia di marketing e vendita. Al contrario, un basso numero di vendite può segnalare problemi di attrattività del negozio, pricing o assortimento prodotti, richiedendo interventi correttivi.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio abbia registrato 2.000 transazioni in un mese.
    • Conteggio delle Vendite = 2.000

Se il Retailer vuole aumentare il conteggio delle vendite, potrebbe implementare strategie come lanciare nuove promozioni, migliorare l’esperienza d’acquisto, ottimizzare la disposizione dei prodotti nel negozio o aumentare le attività di marketing per attrarre più visitatori.

5. Scontrino medio (Average Ticket)

  • Definizione
    Misura l’importo medio speso per ogni transazione o vendita. Questa metrica fornisce una visione chiara del valore economico medio delle vendite effettuate.
  • Formula Scontrino medio
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’efficacia delle strategie di vendita e marketing nel incentivare i clienti a spendere di più per ogni transazione. È utile per identificare opportunità di upselling e cross-selling, nonché per monitorare l’impatto delle promozioni sul comportamento di acquisto.
  • Perché è importante
    Aiuta i retailer a comprendere meglio il comportamento d’acquisto dei clienti e a identificare le strategie per aumentare il valore medio delle vendite. Un aumento dello scontrino medio può portare a un incremento significativo del fatturato complessivo senza necessariamente aumentare il numero di clienti.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio abbia registrato vendite totali per 100.000€ e abbia effettuato 2.000 transazioni in un mese.

Questo significa che, in media, ogni cliente ha speso 50€ per transazione. Se il Retailer vuole aumentare lo scontrino medio, potrebbe implementare strategie come:

  • Promuovere bundle di prodotti o offerte speciali che incentivano l’acquisto di più articoli.
  • Addestrare il personale di vendita per suggerire prodotti complementari (cross-selling) o più costosi (upselling).
  • Offrire sconti o premi per l’acquisto di un determinato importo minimo.

6. Sell Through

  • Definizione
    Misura la percentuale di merce venduta rispetto al totale delle unità ricevute in un determinato periodo di tempo. Questa metrica aiuta i Retailer a comprendere quanto rapidamente i prodotti vengono venduti e ad identificare la popolarità e la rotazione degli articoli.
  • Formula Sell Through
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’efficacia delle strategie di merchandising e gestione dell’inventario. Monitorando questa metrica, i retailer possono capire quali prodotti si vendono bene e quali necessitano di interventi, come sconti o promozioni, per migliorare le vendite.
  • Perché è importante
    Aiuta a ottimizzare l’inventario, riducendo i costi di stoccaggio e minimizzando il rischio di avere merce invenduta. Un alto Sell Through indica che i prodotti sono ben accolti dai clienti e che la gestione dell’inventario è efficiente. Al contrario, un basso Sell Through può segnalare problemi di domanda o inefficacia delle strategie di vendita.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio riceva 1.000 unità di un nuovo prodotto e, nel corso del mese, ne venda 600 unità.

Questo significa che il 60% delle unità ricevute è stato venduto. Se il Retailer vuole aumentare il Sell Through, potrebbe considerare strategie come:

  • Migliorare la visibilità del prodotto in negozio o online.
  • Implementare promozioni o sconti per incentivare le vendite.
  • Analizzare il feedback dei clienti per capire eventuali barriere all’acquisto.

Vuoi approfondire questo KPI? Abbiamo scritto un articolo di dettaglio, dove approfondiamo il Sell Through e le azioni da compiere sullo stock in funzione della velocità di vendita.
LEGGI L’ARTICOLO.

KPI Retail relazionali

  1. Clienti nuovi e clienti di ritorno
  2. Customer retention (Tasso di fidelizzazione del cliente)
  3. Net Promoter Score (NPS)

1. Clienti nuovi e clienti di ritorno

  • Definizione
    Misura la differenza tra il numero di clienti che acquistano per la prima volta (clienti nuovi) e quelli che tornano a fare acquisti (clienti di ritorno). Questa metrica aiuta i Retailer a comprendere la loro capacità di attrarre nuovi clienti e mantenere quelli esistenti.
  • Formula
    • Clienti Nuovi: Numero di clienti che effettuano il loro primo acquisto in un determinato periodo.
    • Clienti di Ritorno: Numero di clienti che effettuano acquisti ripetuti nello stesso periodo.
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’efficacia delle strategie di acquisizione e fidelizzazione dei clienti. Monitorando la proporzione di clienti nuovi rispetto a quelli di ritorno, si può capire meglio come bilanciare gli sforzi di marketing tra l’attrazione di nuovi clienti e il mantenimento di quelli esistenti.
  • Perché è importante
    Un buon equilibrio tra clienti nuovi e di ritorno indica che si sta attirando nuovi clienti e mantenendo quelli esistenti in modo efficace. Troppi clienti nuovi rispetto a quelli di ritorno potrebbero indicare problemi di fidelizzazione, mentre un numero troppo basso di nuovi clienti potrebbe suggerire la necessità di migliorare le strategie di acquisizione.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che in un mese un negozio registri 1.000 clienti, di cui 700 sono nuovi e 300 sono di ritorno.
    • Numero Totale di Clienti: 1.000
    • Clienti Nuovi: 700
    • Clienti di Ritorno: 300

La percentuale di clienti di ritorno si calcola come segue:

Questo significa che il 30% dei clienti sono di ritorno, mentre il 70% sono nuovi clienti. Se il Retailer vuole aumentare la percentuale di clienti di ritorno, potrebbe considerare strategie come:

  • Implementare programmi di fidelizzazione per incentivare gli acquisti ripetuti.
  • Offrire sconti o promozioni esclusivi ai clienti esistenti.
  • Migliorare l’esperienza del cliente per aumentare la soddisfazione e la fedeltà.

2. Customer retention (Tasso di fidelizzazione del cliente)

  • Definizione
    Misura la percentuale di clienti che continuano a fare acquisti presso un negozio o un sito e-commerce in un determinato periodo di tempo. 
  • Formula Customer Retention
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’efficacia delle strategie di retention e la qualità dell’esperienza del cliente. Monitorare questa metrica aiuta i Retailer a capire quanto bene stanno riuscendo a mantenere i loro clienti e a identificare eventuali problemi che potrebbero causare la perdita di clienti.
  • Perché è importante
    Indica una base di clienti stabile e soddisfatta. I clienti fedeli tendono a spendere di più e a costare meno in termini di marketing rispetto all’acquisizione di nuovi clienti. Un basso tasso di fidelizzazione, al contrario, può indicare problemi con la qualità del prodotto, il servizio clienti o l’esperienza complessiva, richiedendo interventi immediati per migliorare la retention.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio abbia 1.000 clienti all’inizio di un trimestre. Durante il trimestre, il negozio acquisisce 200 nuovi clienti e, alla fine del periodo, il numero totale di clienti è di 900.
    • Numero di Clienti all’Inizio del Periodo: 1.000
    • Numero di Clienti al Termine del Periodo: 900
    • Nuovi Clienti Acquisiti durante il Periodo: 200

Il tasso di fidelizzazione del cliente si calcola come segue:

Questo significa che il 70% dei clienti iniziali ha continuato a fare acquisti durante il periodo. Se il Retailer vuole aumentare il tasso di fidelizzazione, potrebbe considerare strategie come:

  • Migliorare il servizio clienti per risolvere rapidamente i problemi e aumentare la soddisfazione.
  • Offrire programmi di fedeltà e premi per incentivare gli acquisti ripetuti.
  • Personalizzare le comunicazioni e le offerte per mantenere l’interesse dei clienti.

3. Net Promoter Score (NPS)

  • Definizione
    Misura la probabilità che i clienti raccomandino un’azienda, un prodotto o un servizio a qualcun altro. L’NPS è basato sulla risposta dei clienti a una singola domanda: “Quanto è probabile che tu raccomandi il nostro prodotto/servizio ad un amico o collega?” Le risposte vengono date su una scala da 0 a 10 e sono utilizzate per classificare i clienti in tre categorie: Promotori, Passivi e Detrattori.
  • Formula Net Promoter Score

Dove:

  • Promotori (punteggio 9-10): Clienti entusiasti che raccomandano l’azienda e contribuiscono alla crescita.
  • Passivi (punteggio 7-8): Clienti soddisfatti ma non entusiasti, che sono vulnerabili alle offerte della concorrenza.
  • Detrattori (punteggio 0-6): Clienti insoddisfatti che possono danneggiare il brand con il passaparola negativo.
  • A cosa serve
    Serve a valutare la lealtà e la soddisfazione dei clienti. Monitorando questa metrica, i retailer possono ottenere insight preziosi sul livello di soddisfazione dei loro clienti e identificare aree di miglioramento per aumentare la fidelizzazione e l’advocacy.
  • Perché è importante
    Un NPS alto indica clienti soddisfatti e fedeli, disposti a raccomandare l’azienda e a contribuire nella sua crescita organica e sostenibile. Al contrario, un basso NPS può segnalare problemi significativi nella qualità del prodotto o del servizio, che necessitano di essere affrontati per evitare la perdita di clienti e danni alla reputazione del brand.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio conduca un sondaggio tra i suoi clienti e raccolga le seguenti risposte:
    • 60% di Promotori
    • 20% di Passivi
    • 20% di Detrattori

L’NPS si calcola come segue:

Questo significa che il Net Promoter Score del negozio è 40, indicando una buona proporzione di clienti soddisfatti e leali. Se il Retailer vuole aumentare l’NPS, potrebbe considerare strategie come:

  • Migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti.
  • Offrire un eccellente servizio clienti per risolvere rapidamente eventuali problemi.
  • Chiedere feedback ai clienti per identificare aree specifiche di miglioramento e agire di conseguenza.

KPI Retail Cross-channel (metriche omnicanale)

  1. Footfall attribution
  2. Tasso di conversione cross-channel
  3. Densità del Traffico in Negozio

1. Footfall attribution

  • Definizione
    Misura il numero di visitatori fisici che entrano in un negozio e attribuisce queste visite a specifiche campagne di marketing o fonti. 
  • Formula Footfall attribution
    Non esiste una formula standard per la footfall attribution, poiché richiede l’uso di tecnologie di tracciamento avanzate come sensori, beacon, Wi-Fi tracking e dati di geolocalizzazione. Tuttavia, il processo di attribuzione può essere riassunto come segue:
  • A cosa serve
    Serve a valutare l’impatto delle campagne di marketing e delle iniziative promozionali nel generare traffico pedonale nei negozi fisici. Monitorando questa metrica, i Retailer possono determinare quali strategie sono più efficaci nel portare i clienti in negozio e ottimizzare di conseguenza le loro attività di marketing.
  • Perché è importante
    Comprendere quali iniziative portano più visitatori in negozio aiuta i Retailer a prendere decisioni informate sull’allocazione del budget di marketing e a migliorare il ritorno sull’investimento. Inoltre, un’accurata footfall attribution può aiutare a identificare opportunità per migliorare l’esperienza del cliente in negozio.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un Retailer lanci una campagna di marketing multicanale che include pubblicità sui social media, email marketing e promozioni in-store. Utilizzando tecnologie di tracciamento come beacon e sensori, è possibile monitorare il numero di visite in negozio attribuite a ciascuna fonte di marketing.
  • Dopo la campagna, i dati raccolti mostrano che:
    • 1.000 visitatori sono stati attratti dalla pubblicità sui social media.
    • 500 visitatori sono stati attratti dall’email marketing.
    • 1.500 visitatori sono stati attratti dalle promozioni in-store.
    • Il negozio ha registrato un totale di 5.000 visite nel periodo della campagna.
    • Visite Attribuite ai Social Media: 1.000
    • Visite Attribuite all’Email Marketing: 500
    • Visite Attribuite alle Promozioni In-Store: 1.500
    • Visite Totali: 5.000

La footfall attribution per ciascuna fonte si calcola come segue:

Questo significa che il 20% delle visite totali è attribuibile alla pubblicità sui social media, il 10% all’email marketing e il 30% alle promozioni in-store. Se il Retailer vuole aumentare il traffico pedonale, potrebbe considerare di investire maggiormente nelle promozioni in-store, che hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci.

2. Tasso di conversione cross-channel

  • Definizione
    Misura la percentuale di clienti che completano un acquisto dopo aver interagito con più canali di vendita o marketing, come negozi fisici, e-commerce, social media, email marketing, e altro. 
  • Formula Tasso di conversione cross-channel
  • A cosa serve
    Monitorando questa metrica, i retailer possono capire meglio come i diversi canali influenzano il percorso d’acquisto del cliente e identificare opportunità per migliorare l’integrazione e la coerenza tra i canali.
  • Perché è importante
    Fornisce insight sull’efficacia delle strategie omnicanale nel guidare le vendite. Un alto tasso di conversione cross-channel indica che i clienti stanno avendo un’esperienza fluida e coerente tra i vari canali, portandoli a completare l’acquisto. Al contrario, un basso tasso di conversione può indicare problemi di disconnessione tra i canali o barriere nel percorso d’acquisto che devono essere affrontati per migliorare l’esperienza del cliente.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un Retailer conduca una campagna di marketing integrata che coinvolge il sito web, il negozio fisico, i social media e l’email marketing. Durante un mese, il Retailer registra 10.000 interazioni cross-channel e 1.500 di queste interazioni portano a una conversione.
    • Numero di Conversioni Cross-Channel: 1.500
    • Numero Totale di Interazioni Cross-Channel: 10.000

Il tasso di conversione cross-channel si calcola come segue:

Questo significa che il 15% delle interazioni cross-channel ha portato a una conversione. Se il Retailer vuole aumentare il tasso di conversione cross-channel, potrebbe considerare strategie come:

  • Migliorare l’integrazione tra i canali online e offline per offrire un’esperienza più coerente.
  • Utilizzare dati analitici per personalizzare le interazioni con i clienti in base al loro comportamento e alle loro preferenze.
  • Ottimizzare le campagne di marketing per assicurarsi che i messaggi siano coerenti e rilevanti su tutti i canali.

3. Densità del Traffico in Negozio

  • Definizione
    Misura il numero di visitatori che entrano in un negozio fisico in un determinato periodo di tempo. Questa metrica fornisce insight sulla quantità di persone che visitano il negozio, aiutando i Retailer a comprendere i pattern di affluenza e a ottimizzare la gestione dello spazio e delle risorse.
  • Formula Densità del Traffico in Negozio
  • A cosa serve
    Serve a valutare quanto affollato è il negozio in relazione alla sua dimensione. Monitorare questa metrica aiuta i retailer a gestire meglio il layout del negozio, ottimizzare la disposizione dei prodotti, pianificare le risorse del personale e migliorare l’esperienza complessiva del cliente.
  • Perché è importante
    Influisce direttamente sull’esperienza del cliente e sulle vendite. Un negozio troppo affollato può creare un’esperienza negativa per i clienti, mentre un negozio con troppo poco traffico potrebbe indicare problemi di attrattività o visibilità. Comprendere e ottimizzare la densità del traffico aiuta a bilanciare l’afflusso dei clienti e a migliorare la soddisfazione e le vendite.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un negozio di 500 metri quadri registri 10.000 visitatori in un mese.
    • Numero di Visitatori: 10.000
    • Superficie del Negozio: 500 metri quadri

La densità del traffico in negozio si calcola come segue:

Questo significa che, in media, ci sono 20 visitatori per ogni metro quadro del negozio in un mese. Se il retailer vuole ottimizzare la densità del traffico, potrebbe considerare strategie come:

  • Rivedere il layout del negozio per migliorare il flusso dei clienti e ridurre i punti di congestione.
  • Pianificare promozioni e eventi speciali in orari meno affollati per distribuire meglio il traffico.
  • Aumentare il personale nelle ore di punta per migliorare l’assistenza ai clienti e ridurre i tempi di attesa.

KPI Retail per analizzare l’eCommerce

  1. MER (Marketing Efficiency Ratio)
  2. aMER (Acquisition Marketing Efficiency Ratio)
  3. CAC (Customer Acquisition Cost)
  4. ROAS (Return On Advertising Spent)
  5. CX (Customer Experience)

Nel mondo dell’eCommerce, monitorare le giuste metriche è fondamentale per comprendere le prestazioni del business e ottimizzare le strategie di crescita. I KPI (Key Performance Indicators) specifici per l’eCommerce aiutano a valutare l’efficacia delle iniziative di marketing, la soddisfazione del cliente e la redditività complessiva. 

Ecco 5 dei principali KPI che ogni Retailer online dovrebbe tenere d’occhio, con esempi pratici:

1. MER (Marketing Efficiency Ratio)

È il rapporto tra le vendite totali e i costi complessivi delle campagne di marketing. È utile per valutare l’efficacia globale delle iniziative di marketing.
Esempio: se un Retailer spende 10.000€ in campagne di marketing e genera 50.000€ in vendite totali, il MER sarà:

Questo significa che per ogni euro speso in marketing, il retailer ha generato 5€ di vendite.

2. aMER (Acquisition Marketing Efficiency Ratio)

È il rapporto tra le vendite a nuovi clienti e il costo delle campagne di marketing. Misura l’efficacia del marketing per acquisire nuovi clienti.
Esempio: se un retailer spende 8.000€ in marketing e le vendite a nuovi clienti ammontano a 24.000€, l’aMER sarà:

Questo significa che per ogni euro speso in marketing, il retailer ha generato 3€ di vendite da nuovi clienti.

3. CAC (Customer Acquisition Cost)

È il costo per acquisire un nuovo cliente, calcolato dividendo la spesa pubblicitaria per il numero di nuovi clienti acquisiti.
Esempio: se un retailer spende 5.000€ in pubblicità e acquisisce 200 nuovi clienti, il CAC sarà:

Questo significa che il costo per acquisire un nuovo cliente è di 25€.

4. ROAS (Return On Advertising Spent)

Sono le vendite attribuite a una specifica fonte divise per il costo della campagna su quella fonte. Serve a misurare il rendimento della pubblicità.
Esempio: Se una campagna pubblicitaria su Facebook costa 2.000€ e genera 10.000€ in vendite, il ROAS sarà:

Questo significa che per ogni euro speso su Facebook, il retailer ha generato 5€ di vendite.

5. CX (Customer Experience)

Misura della soddisfazione complessiva del cliente attraverso l’interazione con l’eCommerce. È fondamentale per migliorare l’esperienza d’acquisto.

Esempio: Un retailer può misurare il CX attraverso un punteggio di soddisfazione del cliente (CSAT) dopo ogni acquisto. Se su 1.000 sondaggi, 800 clienti danno una valutazione positiva, il CSAT sarà:

KPI Retail per Misurare la Customer Experience

Nel settore Retail, comprendere e migliorare l’esperienza del cliente è fondamentale per garantire la fidelizzazione e la soddisfazione a lungo termine. Monitorare i giusti KPI per la Customer Experience aiuta i Retailer a valutare la qualità delle interazioni dei clienti con il brand, identificare aree di miglioramento e implementare strategie efficaci per ottimizzare l’esperienza complessiva.

Ecco alcuni dei principali KPI per misurare la customer experience, con esempi pratici:

  1. Per analizzare la soddisfazione del cliente
  2. Per analizzare la fedeltà del cliente
  3. Analizzare la reputazione del Brand
  4. Analizzare le Operation
  5. Analizzare la metriche sintetiche

1. Per analizzare la soddisfazione del cliente

a) Customer Satisfaction Score (CSAT)

Misura il livello di soddisfazione dei clienti rispetto a un prodotto, servizio o esperienza. Viene calcolato chiedendo ai clienti di valutare la loro soddisfazione su una scala, ad esempio da 1 a 5.
Esempio: un Retailer può misurare il CSAT attraverso sondaggi post-acquisto. Se su 1.000 sondaggi, 800 clienti danno una valutazione positiva (4 o 5), il CSAT sarà:

Questo significa che l’80% dei clienti è soddisfatto della loro esperienza d’acquisto. Monitorare questi KPI permette ai retailer online di ottimizzare le loro strategie di marketing, migliorare la fidelizzazione dei clienti e aumentare la redditività complessiva del loro eCommerce.

2. Per analizzare la fedeltà del cliente

a) Frequenza di acquisto

Misura il numero medio di volte che un cliente effettua un acquisto in un determinato periodo di tempo. Questa metrica aiuta i Retailer a comprendere quanto spesso i clienti tornano a comprare e a valutare la loro fidelizzazione.

Esempio: Un retailer può calcolare la frequenza di acquisto dividendo il numero totale di acquisti per il numero totale di clienti in un anno. Se in un anno vengono effettuati 10.000 acquisti da 2.000 clienti, la frequenza di acquisto sarà:

Questo significa che, in media, ogni cliente effettua 5 acquisti all’anno. Monitorare la frequenza di acquisto permette ai retailer di valutare l’efficacia delle loro strategie di fidelizzazione e di identificare opportunità per incentivare gli acquisti ripetuti.

b) Adesione ai programmi fedeltà

Misura il numero di clienti che si iscrivono e partecipano attivamente ai programmi di fedeltà offerti da un Retailer. Questa metrica aiuta a valutare l’efficacia dei programmi nel coinvolgere i clienti e promuovere la fidelizzazione.

Esempio: un retailer può calcolare l’adesione ai programmi fedeltà dividendo il numero di membri iscritti al programma per il numero totale di clienti. Se 4.000 clienti su 10.000 totali sono iscritti al programma fedeltà, l’adesione sarà:

Questo significa che il 40% dei clienti è iscritto al programma fedeltà. Monitorare l’adesione ai programmi fedeltà permette ai retailer di valutare l’attrattiva dei loro programmi e di identificare opportunità per migliorarli e incentivare una maggiore partecipazione.

3. Analizzare la reputazione del Brand

a) Recensioni online

Misurano il feedback dei clienti su piattaforme digitali come Google, Amazon, Yelp, e siti web del retailer. Questa metrica aiuta a valutare la percezione del brand, la qualità dei prodotti e dei servizi, e l’esperienza complessiva dei clienti.

Esempio: un Retailer può monitorare il numero e il punteggio medio delle recensioni online per valutare la soddisfazione dei clienti. Se un negozio riceve 1.000 recensioni in un anno con un punteggio medio di 4,2 su 5, il punteggio medio sarà:

Questo significa che, in media, i clienti valutano l’esperienza con un punteggio di 4,2 su 5. Monitorare le recensioni online permette ai retailer di identificare punti di forza e aree di miglioramento, rispondere ai feedback dei clienti e migliorare la reputazione del brand.

b) Share of Voice (SOV)

Misura la quota di conversazioni o menzioni che un brand riceve rispetto ai suoi concorrenti in un determinato mercato o settore. Questa metrica aiuta i Retailer a comprendere la loro visibilità e presenza rispetto alla concorrenza.

Esempio: un retailer può calcolare lo SOV monitorando le menzioni del proprio brand e dei concorrenti sui social media, blog, forum e altre piattaforme online. Se un retailer ottiene 2.000 menzioni e i suoi concorrenti ottengono complessivamente 8.000 menzioni, lo SOV sarà:

Questo significa che il retailer ha il 20% della quota di voce nel mercato. Monitorare lo SOV permette ai retailer di valutare l’efficacia delle loro strategie di marketing e comunicazione, identificare opportunità per aumentare la visibilità del brand e migliorare la competitività.

c) Sentiment analysis

Misura l’opinione generale dei clienti riguardo a un brand, prodotto o servizio analizzando il tono e il contenuto delle recensioni, dei post sui social media, dei commenti e di altre forme di feedback online. Questa metrica aiuta i Retailer a comprendere meglio le percezioni e le emozioni dei clienti.

Esempio: Un Retailer può utilizzare strumenti di sentiment analysis per analizzare i feedback dei clienti sui social media e nelle recensioni online. Supponiamo che, su 1.000 commenti analizzati, 600 siano positivi, 200 siano neutri e 200 siano negativi. La distribuzione del sentimento sarà:

Questo significa che il 60% dei commenti è positivo, il 20% è neutro e il 20% è negativo. Monitorare la sentiment analysis permette ai retailer di identificare tendenze positive e negative, rispondere rapidamente ai feedback negativi e migliorare l’esperienza complessiva del cliente.

4. Analizzare le Operation

a) Tempi di spedizione

Misurano il tempo medio che intercorre tra il momento in cui un cliente effettua un ordine e il momento in cui l’ordine viene consegnato. Questa metrica aiuta i Retailer a valutare l’efficienza della loro logistica e della loro supply chain.

Esempio: un Retailer può calcolare i tempi di spedizione monitorando i dati degli ordini. Supponiamo che, in un mese, il tempo di spedizione medio per 1.000 ordini sia stato di 3 giorni.

Questo significa che, in media, ogni ordine viene consegnato in 3 giorni. Monitorare i tempi di spedizione permette ai retailer di identificare e risolvere eventuali colli di bottiglia nella supply chain, migliorare la soddisfazione dei clienti e garantire una consegna puntuale.

b) Tempi di risposta

Misurano il tempo medio che un’azienda impiega per rispondere alle richieste dei clienti, che possono arrivare tramite email, chat, telefono o social media. Questa metrica è fondamentale per valutare l’efficienza del servizio clienti e la capacità di risolvere rapidamente i problemi dei clienti.

Esempio: un Retailer può calcolare i tempi di risposta monitorando le interazioni con i clienti. Supponiamo che, in un mese, il tempo di risposta medio per 500 richieste sia stato di 2 ore.

Questo significa che, in media, il Retailer risponde alle richieste dei clienti entro 2 ore. Monitorare i tempi di risposta permette ai retailer di migliorare l’efficienza del servizio clienti, aumentare la soddisfazione dei clienti e risolvere i problemi in modo tempestivo.

c) Tempi di risoluzione del problema

Misurano il tempo medio che un’azienda impiega per risolvere completamente le richieste o i problemi segnalati dai clienti. Questa metrica è cruciale per valutare l’efficacia del servizio clienti nel gestire e risolvere le problematiche dei clienti in modo tempestivo.

Esempio: un Retailer può calcolare i tempi di risoluzione del problema monitorando le interazioni con i clienti. Supponiamo che, in un mese, il tempo di risoluzione medio per 300 problemi segnalati sia stato di 5 ore.

Questo significa che, in media, il Retailer impiega 5 ore per risolvere ogni problema dei clienti. Monitorare i tempi di risoluzione del problema permette ai retailer di migliorare l’efficienza del servizio clienti, aumentare la soddisfazione dei clienti e garantire una gestione rapida ed efficace delle problematiche.

d) Tasso di risoluzione al primo contatto

Misura la percentuale di problemi o richieste dei clienti che vengono risolti durante la prima interazione con il servizio clienti, senza necessità di ulteriori follow-up. Questa metrica è fondamentale per valutare l’efficienza e la competenza del team di supporto nel risolvere rapidamente le problematiche dei clienti.

Esempio: un Retailer può calcolare il tasso di risoluzione al primo contatto monitorando le interazioni con i clienti. Supponiamo che, in un mese, il servizio clienti abbia gestito 400 richieste, e 320 di queste siano state risolte al primo contatto.

Questo significa che l’80% dei problemi dei clienti viene risolto durante la prima interazione. Monitorare il tasso di risoluzione al primo contatto permette ai retailer di valutare e migliorare l’efficienza del servizio clienti, ridurre i tempi di attesa per i clienti e aumentare la soddisfazione complessiva.

5. Analizzare la metriche sintetiche

a) Customer Loyalty Index (CLI)

Misura la lealtà dei clienti nei confronti di un’azienda. Combina diverse dimensioni della fidelizzazione del cliente, tra cui la probabilità di riacquisto, la propensione a raccomandare l’azienda e la soddisfazione complessiva. Questa metrica aiuta i Retailer a valutare il livello di fedeltà dei loro clienti e a identificare aree di miglioramento.

Esempio: un Retailer può calcolare il CLI raccogliendo i punteggi medi delle tre domande da un sondaggio clienti. Supponiamo che i punteggi medi siano:

  • Probabilità di riacquisto: 8
  • Propensione a raccomandare: 7
  • Soddisfazione complessiva: 9

Il CLI sarà:

Questo significa che il Customer Loyalty Index del retailer è 8 su 10, indicando un buon livello di fedeltà dei clienti. Monitorare il CLI permette ai Retailer di comprendere meglio la lealtà dei clienti, identificare aree di miglioramento e sviluppare strategie per aumentare la fidelizzazione e il valore a lungo termine dei clienti.

L’importanza dell’Intelligenza Artificiale per la lettura e l’analisi predittiva dei KPI Retail

Grazie alle capacità di apprendimento automatico, l’AI può analizzare e interpretare enormi quantità di dati, identificando pattern che sarebbero difficili da individuare da un occhio “umano”.

Per esempio, l’AI può:

  • Prevedere le tendenze di vendita future: analizza i dati storici e variabili di mercato, aiutando i Retailer ad adattare le loro strategie di approvvigionamento/marketing, anticipare la domanda e migliorare la gestione delle risorse.
  • Ottimizzare la gestione dell’inventario: riconosce i prodotti che avranno una maggiore o minore domanda in base ai comportamenti di acquisto dei clienti e alle variabili stagionali, mantenendo livelli ottimali di stock. Si riducono così i costi di stoccaggio e le perdite dovute a prodotti invenduti.
  • Migliorare le campagne di marketing: segmenta il pubblico e personalizza le campagne pubblicitarie, massimizzando il ritorno sull’investimento.
  • Migliorare l’esperienza del cliente: fornisce suggerimenti personalizzati basati sulle preferenze e sul comportamento d’acquisto, aumentando la fidelizzazione e stimolando le vendite. 

Inoltre, l’AI può svolgere un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nell’analisi dei KPI retail, offrendo insight approfonditi che vanno oltre le semplici metriche di performance.
Per esempio:

  • Analisi predittiva dei KPI: attraverso il Machine Learning, l’AI può prevedere l’andamento futuro dei KPI, come il tasso di conversione o il valore medio dell’ordine, permettendo ai Retailer di intervenire in modo tempestivo per ottimizzare i risultati.
  • Automazione delle decisioni: l’AI può automatizzare processi decisionali basati sui dati, come la gestione dinamica dei prezzi, la pianificazione delle promozioni e la gestione delle scorte, aumentando l’efficienza e riducendo gli errori umani.
  • BI Conservazionale: l’intelligenza artificiale ha accesso ai dati aziendali e si comporta come un data analyst a cui puoi fare domande. Tramite chat puoi chiedere di generare grafici, tabelle o query. Il video qui sotto mostra un esempio di agente creato con Google Cloud: 

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Esempi di analisi predittive dei KPI Retail con l’AI

Ecco 3 delle analisi predittive più richieste sul mercato Retail:

a) Churn Prediction
b) Customer Lifetime Value Prediction (CLV)
c) Analisi RFM (Recency, Frequency, Monetary)

a) Churn Prediction

  • Significato
    Permette di prevedere quali clienti sono a rischio di abbandonare un’azienda o interrompere l’uso di un prodotto o servizio. Utilizzando algoritmi di Machine Learning e analisi dei dati, le aziende possono identificare i segnali che indicano una probabile perdita dei clienti.
  • A cosa serve
    Permettendo alle aziende di intervenire tempestivamente con azioni mirate qualora il rischio di perdita del cliente è molto alto. Queste azioni possono includere offerte personalizzate, miglioramenti del servizio o interventi diretti per risolvere problemi specifici.
  • Perché è importante
    Perché acquisire nuovi clienti costa di più che mantenere quelli esistenti. Ridurre il tasso di abbandono aiuta a mantenere una base clienti stabile, aumentando il valore a lungo termine del cliente (CLV) e migliorando la redditività dell’azienda. Inoltre, clienti fedeli tendono a generare più entrate e a raccomandare l’azienda ad altri.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un Retailer scopra che i clienti che non effettuano un acquisto entro 3 mesi dall’ultima transazione hanno un’alta probabilità di abbandono. Il modello prevede che il 15% dei clienti attuali sia a rischio di churn.
    • Numero di Clienti Attuali: 10.000
    • Clienti a Rischio di Churn (15%): 1.500

Il retailer può utilizzare questa previsione per implementare strategie di retention come:

  • Inviare promozioni personalizzate o sconti a questi 1.500 clienti per incentivare un nuovo acquisto.
  • Migliorare il servizio clienti per risolvere eventuali problemi che potrebbero aver causato l’insoddisfazione.
  • Offrire programmi di fedeltà o premi per aumentare l’engagement e la soddisfazione dei clienti.

b) Customer Lifetime Value Prediction (CLV)

  • Definizione
    Rappresenta il valore totale che un cliente porta all’azienda durante tutto il suo ciclo di vita come cliente. Questa metrica tiene conto dei ricavi generati da un cliente, del costo di acquisizione e dei costi di mantenimento, offrendo una visione completa del contributo economico di ogni cliente.
  • Formula Customer Lifetime Value

Dove:

  • Valore Medio dell’Ordine: Ricavo medio per ogni acquisto effettuato dal cliente.
  • Frequenza di Acquisto: Numero medio di acquisti effettuati dal cliente in un determinato periodo.
  • Durata della Relazione: Durata media in cui il cliente continua a effettuare acquisti.
  • Costo di Acquisizione del Cliente (CAC): Spesa totale per acquisire un nuovo cliente.
  • A cosa serve
    Serve a valutare la redditività a lungo termine dei clienti e a guidare le strategie di marketing e di customer service. Monitorando questa metrica, le aziende possono identificare i clienti più preziosi e sviluppare strategie per aumentarne la fidelizzazione e il valore.
  • Perché è importante
    Aiuta le aziende a prendere decisioni informate su come allocare le risorse di marketing e di customer service. Un CLV elevato indica clienti fedeli e redditizi, mentre un CLV basso può suggerire la necessità di migliorare le strategie di acquisizione e retention. Conoscere il CLV consente di ottimizzare il ritorno sull’investimento (ROI) e migliorare la redditività complessiva dell’azienda.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un Retailer abbia i seguenti dati:
    • Valore Medio dell’Ordine: 50€
    • Frequenza di Acquisto: 4 volte all’anno
    • Durata della Relazione: 5 anni
    • Costo di Acquisizione del Cliente (CAC): 40€

Il CLV si calcola come segue:

Questo significa che, in media, ogni cliente porta un valore di 960€ durante il suo ciclo di vita. Se il Retailer vuole aumentare il CLV, potrebbe considerare strategie come:

  • Migliorare i programmi di fidelizzazione per aumentare la durata della relazione con i clienti.
  • Implementare strategie di upselling e cross-selling per aumentare il valore medio dell’ordine.
  • Ottimizzare le campagne di marketing per ridurre il costo di acquisizione del cliente.

c) Analisi RFM (Recency, Frequency, Monetary)

  • Definizione
    È una tecnica di segmentazione dei clienti basata su tre dimensioni chiave: Recency (quanto recentemente un cliente ha effettuato un acquisto), Frequency (quanto frequentemente un cliente effettua acquisti) e Monetary (quanto denaro un cliente ha speso in totale). 
  • A cosa serve
    Serve a segmentare i clienti in gruppi significativi per analizzare i loro comportamenti di acquisto. Questa segmentazione permette di personalizzare le campagne di marketing, migliorare le strategie di retention e ottimizzare le risorse, focalizzandosi sui clienti più preziosi.
  • Perché è importante
    Fornisce una visione dettagliata del comportamento dei clienti, consentendo di identificare quelli che sono più propensi a rispondere positivamente a promozioni e iniziative di marketing. Segmentare i clienti in base al modello RFM aiuta a migliorare la precisione delle campagne di marketing e a massimizzare il ritorno sull’investimento.
  • Esempio pratico
    Supponiamo che un Retailer voglia utilizzare il modello RFM per segmentare i suoi clienti. Dopo aver raccolto i dati di acquisto, il Retailer assegna punteggi ai clienti su una scala da 1 a 5 per ogni dimensione:
    • Recency: Un cliente che ha acquistato di recente riceve un punteggio di 5, mentre uno che ha acquistato molto tempo fa riceve un punteggio di 1.
    • Frequency: Un cliente che acquista molto frequentemente riceve un punteggio di 5, mentre uno che acquista raramente riceve un punteggio di 1.
    • Monetary: Un cliente che spende molto riceve un punteggio di 5, mentre uno che spende poco riceve un punteggio di 1.

Un cliente che acquistata recentemente, frequentemente e spende molto potrebbe avere un profilo RFM di (5, 5, 5). Questo cliente è molto prezioso e potrebbe essere un target ideale per offerte speciali e programmi di fedeltà.
D’altra parte, un cliente con un profilo RFM di (1, 1, 1) potrebbe essere a rischio di churn e necessitare di incentivi per aumentare il suo coinvolgimento.
Utilizzando il modello RFM, il Retailer può:

  • Identificare i clienti più preziosi e focalizzare su di loro le strategie di retention e upselling.
  • Sviluppare campagne di marketing mirate per riattivare i clienti meno attivi.
  • Ottimizzare l’allocazione delle risorse di marketing per massimizzare il ritorno sull’investimento.

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Altri KPI Innovativi nel Retail

L’adozione di KPI innovativi è fondamentale per rimanere competitivi e rispondere alle esigenze dei clienti in continua evoluzione. Questi KPI offrono una visione completa e dettagliata delle performance aziendali, aiutando i Retailer a migliorare l’efficienza, l’esperienza del cliente e la redditività complessiva. 

Ecco alcuni dei principali KPI innovativi nel retail:

a) KPI per l’efficienza operativa
b) KPI per il Customer Journey
c) KPI per la gestione delle risorse umane
d) KPI per la gestione della sicurezza
e) KPI per l’efficacia delle promozioni
f) KPI per il bilanciamento dei canali di vendita

a) KPI per l’efficienza operativa

L’efficienza operativa è essenziale per ridurre i costi e migliorare la produttività.
KPI importanti includono:

  • Inventory Turnover per monitorare la velocità con cui l’inventario viene venduto e rimpiazzato.
  • Order Fulfillment Time per valutare il tempo medio necessario per processare e spedire un ordine.
  • Employee Productivity per misurare la performance del personale in termini di vendite per dipendente.

b) KPI per il Customer Journey

Comprendere ogni fase del percorso del cliente è fondamentale per ottimizzare l’esperienza complessiva.
I KPI rilevanti sono:

  • Customer Journey Mapping per tracciare e analizzare il percorso del cliente dall’awareness all’acquisto.

c) KPI per la gestione delle risorse umane

La gestione efficace del personale influisce direttamente sulle vendite e sulla soddisfazione dei clienti.
KPI importanti includono:

  • Employee Turnover Rate per monitorare il tasso di abbandono dei dipendenti.
  • Training Completion Rate per valutare l’efficacia dei programmi di formazione.
  • Employee Satisfaction Score per misurare la soddisfazione e l’engagement dei dipendenti.

d) KPI per la gestione della sicurezza

La sicurezza è cruciale per prevenire perdite e proteggere le risorse aziendali.
I KPI per la gestione della sicurezza includono:

  • Shrinkage Rate per misurare le perdite dovute a furti, frodi e danni.
  • Incident Reporting Rate per monitorare il numero di incidenti di sicurezza segnalati.
  • Security Compliance Score per valutare l’adesione alle politiche di sicurezza.

e) KPI per l’efficacia delle promozioni

Le promozioni sono strumenti potenti per guidare le vendite, ma è importante misurarne l’efficacia.
Alcuni KPI chiave sono:

  • Promotion Conversion Rate per valutare la percentuale di clienti che effettuano un acquisto durante una promozione.
  • Incremental Sales per misurare l’aumento delle vendite attribuibile alle promozioni.
  • Discount Redemption Rate per monitorare l’uso dei codici sconto e delle offerte speciali.

f) KPI per il bilanciamento dei canali di vendita

Ottimizzare la distribuzione delle vendite tra diversi canali è essenziale per massimizzare i profitti e la soddisfazione dei clienti.
KPI rilevanti includono:

  • Sales Channel Mix per analizzare la distribuzione delle vendite tra canali fisici, online e mobili.
  • Channel Profitability per valutare la redditività di ciascun canale di vendita.
  • Customer Acquisition Cost (CAC) by Channel per determinare il costo di acquisizione dei clienti su ciascun canale.

Esempi Pratici di KPI per Decisioni Strategiche

Questo capitolo fornisce esempi concreti di come i KPI possano guidare le decisioni strategiche per migliorare le performance del tuo business. Utilizzando dati reali e KPI mirati, puoi identificare aree di miglioramento e implementare azioni efficaci per ottimizzare le tue operazioni.

1. Tasso di Conversione Online e in Store

  • Esempio
    Un Retailer nota che il tasso di conversione online è significativamente più basso rispetto a quello in store. Analizzando il percorso del cliente, si accorge che molti utenti abbandonano il carrello durante il checkout.
  • Decisione Strategica
    Migliorare il processo di checkout sul sito, riducendo i passaggi e offrendo opzioni di pagamento più convenienti. Ciò dovrebbe aumentare il tasso di conversione e, quindi, le vendite online. Implementare soluzioni come il checkout in un solo clic e offrire più metodi di pagamento può ridurre l’abbandono del carrello.

2. GMROI (Gross Margin Return on Investment)

  • Esempio
    Un negozio di abbigliamento registra un basso GMROI per una specifica categoria di prodotti.
  • Decisione Strategica
    Rivedere le strategie di pricing e promozione, oppure negoziare condizioni migliori con i fornitori, per migliorare il margine e aumentare il ritorno sull’investimento. Analizzare le prestazioni di vendita e identificare le aree in cui i margini possono essere migliorati può aiutare a ottimizzare la redditività.

3. Rotazione dell’Inventario

  • Esempio
    Un Retailer di moda nota che un certo stile di abbigliamento ha un basso turnover rispetto ad altri.
  • Decisione Strategica
    Implementare campagne promozionali mirate per ridurre l’inventario esistente e, se necessario, rivedere la strategia di assortimento per adattarsi meglio alla domanda dei clienti. Offrire sconti o creare bundle di prodotti può aiutare a muovere l’inventario lento.

4. Net Promoter Score (NPS)

  • Esempio
    Un marchio di calzature scopre che il suo NPS è sceso dopo il lancio di una nuova linea di prodotti.
  • Decisione Strategica
    Indagare sulle cause della riduzione del punteggio, come la qualità del prodotto o l’assistenza clienti, e apportare miglioramenti per ripristinare la soddisfazione del cliente. Raccogliere feedback specifici dai clienti insoddisfatti può fornire insight preziosi per migliorare i prodotti e i servizi.

5. Customer Lifetime Value (CLV)

  • Esempio
    Un Retailer online scopre che i clienti acquisiti tramite una specifica campagna di marketing hanno un CLV più basso rispetto a quelli provenienti da altri canali.
  • Decisione Strategica
    Rivalutare il budget allocato a questa campagna e concentrarsi su canali che attirano clienti più preziosi, aumentando così il ritorno sull’investimento di marketing. Analizzare i dati di CLV per canale può aiutare a ottimizzare le spese di marketing e migliorare la qualità dei clienti acquisiti.

6. Stock-Out Rate

  • Esempio
    Un negozio di elettronica nota un alto tasso di esaurimento per alcuni articoli popolari.
  • Decisione Strategica
    Rivedere le previsioni di domanda e aumentare le scorte per questi prodotti, assicurandosi che siano sempre disponibili e prevenendo così le perdite di vendita. Implementare sistemi di monitoraggio delle scorte in tempo reale può aiutare a prevenire gli stock-out e a migliorare la gestione dell’inventario.

Questi esempi dimostrano come l’uso efficace dei KPI possa guidare decisioni strategiche per ottimizzare le operazioni, migliorare l’esperienza del cliente e aumentare la redditività. 

Implementare i KPI Retail per il Successo con gli OKR

Implementare in modo efficace i KPI nel settore Retail richiede una struttura ben definita che allinei gli obiettivi aziendali con risultati misurabili. Utilizzare il quadro degli OKR (Objectives and Key Results) è un approccio potente per raggiungere questo scopo. Gli OKR aiutano a trasformare le visioni strategiche in azioni concrete, mantenendo l’azienda focalizzata sulle priorità chiave. 

Cosa sono gli OKR: breve definizione

Gli OKR (Objectives and Key Results) sono un sistema di gestione degli obiettivi che aiuta le organizzazioni a definire e raggiungere i loro obiettivi strategici. Il framework OKR è composto da due componenti principali:

  • Objectives (Obiettivi): Sono le mete qualitative e ambiziose che l’organizzazione o il team vuole raggiungere. Gli obiettivi devono essere chiari, ispiratori e fornire una direzione precisa.
  • Key Results (Risultati Chiave): Sono le metriche quantificabili utilizzate per misurare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi. Ogni obiettivo dovrebbe avere diversi risultati chiave che indicano se l’obiettivo è stato raggiunto con successo. I risultati chiave devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporalmente definiti (SMART).

Il suo scopo è aiutare le aziende a: mantenere il focus sulle priorità più importanti, allineare gli sforzi dei team e monitorare i progressi in modo trasparente e collaborativo. Utilizzando gli OKR, le aziende possono adattarsi in modo rapido ai cambiamenti, promuovere l’innovazione e migliorare le performance complessive.

Come implementare i KPI Retail attraverso gli OKR

1. Identificare gli Obiettivi Chiave
Il primo passo per implementare i KPI con successo è identificare gli obiettivi chiave dell’azienda. Questi obiettivi devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporalmente definiti (SMART). Questi sono i criteri essenziali per la formulazione di un obiettivo efficace. Ma cosa significano nel dettaglio?

  • KPI Specifici: devono essere essere chiari e precisi, evitando ambiguità su ciò che si vuole misurare.
    Esempio: Incrementare il tasso di conversione online del 10% entro la fine dell’anno.
  • KPI Misurabili: devono essere quantificabili, permettendo una valutazione obiettiva dei progressi.
    Esempio: Ridurre il tasso di abbandono del carrello dal 20% al 15% entro sei mesi.
  • KPI Raggiungibili: devono essere realistici, tenendo conto delle risorse e delle capacità dell’azienda.
    Esempio: Aumentare le vendite del 5% nel prossimo trimestre attraverso campagne di marketing mirate, considerando il budget e le risorse attuali.
  • KPI Rilevanti: devono avere un impatto significativo sugli obiettivi strategici dell’azienda.
    Esempio: Migliorare la soddisfazione del cliente, misurata tramite un incremento del Net Promoter Score (NPS) da 50 a 60 entro un anno.
  • KPI Temporalmente Definiti: devono avere una scadenza precisa entro la quale raggiungere l’obiettivo, facilitando il monitoraggio continuo e l’adeguamento delle strategie.
    Esempio: Aumentare il numero di clienti fedeli che effettuano acquisti mensili del 20% entro i prossimi dodici mesi.

Definire in modo chiaro ciò che si vuole ottenere permette di allineare i KPI con gli OKR, garantendo coerenza strategica. Ad esempio, un obiettivo chiave potrebbe essere “Aumentare il tasso di conversione online del 20% entro la fine dell’anno”. Questo obiettivo specifico può essere suddiviso in risultati chiave misurabili, come ridurre il tasso di abbandono del carrello o migliorare l’esperienza di checkout.

2. Raccogliere e Analizzare i Dati
Una volta definiti gli obiettivi, è fondamentale raccogliere e analizzare i dati pertinenti per monitorare i progressi. Utilizzare strumenti di analisi avanzata, come software di business intelligence, piattaforme di analisi web e sistemi di gestione dei dati, consente di ottenere insight dettagliati. Collegare i risultati chiave agli obiettivi principali permette di visualizzare in modo chiaro l’impatto delle strategie adottate.
Esempio: analizzare i dati di comportamento dei clienti sul sito web può rivelare i punti critici del percorso di acquisto che necessitano di miglioramenti per aumentare il tasso di conversione.

3. Monitorare e Adattare le Strategie
Il monitoraggio regolare dei KPI rispetto agli OKR è essenziale per mantenere l’azienda sulla strada giusta. Creare dashboard personalizzate per visualizzare i KPI in tempo reale aiuta a identificare in modo rapido deviazioni e opportunità. Basandosi sui dati raccolti e analizzati, è possibile adattare le strategie per migliorare continuamente le performance.
Esempio: se i dati mostrano che il tasso di conversione online non sta migliorando come previsto, si possono introdurre nuove funzionalità di pagamento o migliorare la navigabilità del sito per facilitare il processo di acquisto.

Esempio Pratico di Implementazione

Supponiamo che un Retailer voglia migliorare la fidelizzazione dei clienti. L’obiettivo chiave potrebbe essere “Aumentare la customer retention del 15% nei prossimi sei mesi“. I risultati chiave potrebbero includere:

  • Implementare un programma di fidelizzazione entro tre mesi.
  • Raggiungere un tasso di adesione al programma fedeltà del 30%.
  • Ridurre il tempo di risoluzione dei problemi del cliente del 25%.

Per monitorare questi risultati, il Retailer potrebbe utilizzare KPI come il tasso di adesione al programma fedeltà, il tempo di risoluzione dei problemi e il tasso di abbandono. Utilizzando strumenti di analisi, il Retailer può raccogliere dati sui clienti, analizzare l’efficacia del programma di fidelizzazione e adattare le strategie di conseguenza, come offrire incentivi aggiuntivi per l’adesione o migliorare il servizio clienti.

Soluzioni Tecnologiche per il Monitoraggio dei KPI Retail

Il monitoraggio efficace dei KPI nel settore Retail richiede l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate che possano aggregare, analizzare e visualizzare i dati in modo chiaro e accessibile. Utilizzando strumenti tecnologici specifici, i Retailer possono ottenere insight dettagliati sulle loro performance e prendere decisioni strategiche informate. 

Ecco alcune delle principali soluzioni tecnologiche disponibili:

1. Google Looker Studio

  • Descrizione
    È uno strumento gratuito che consente di creare dashboard personalizzate, integrando dati da diverse fonti per visualizzare le prestazioni aziendali. La piattaforma permette di combinare dati provenienti da Google Analytics, fogli di calcolo, database SQL e altre fonti, offrendo una visione unificata delle metriche chiave.
  • Caratteristiche principali
    • Creazione di report interattivi e visualizzazioni personalizzate.
    • Integrazione con numerose fonti di dati.
    • Condivisione e collaborazione in tempo reale.
    • Facilità d’uso grazie all’interfaccia drag-and-drop.
  • Esempio di utilizzo
    Un Retailer può creare una dashboard che mostra il tasso di conversione, le vendite totali, il traffico del sito web e altre metriche chiave, consentendo ai manager di monitorare le performance in tempo reale e identificare rapidamente le aree di miglioramento.

2. Google Analytics

  • Descrizione
    È una piattaforma per l’analisi delle prestazioni dei siti web. Fornisce informazioni dettagliate sui comportamenti degli utenti, le conversioni e l’efficacia delle campagne di marketing. È uno strumento essenziale per qualsiasi Retailer che desideri comprendere meglio il traffico del proprio sito e ottimizzare le strategie digitali. Recentemente nella piattaforma è stata integrata l’intelligenza artificiale, offrendo delle funzionalità ancora più avanzate (guarda il video per scoprire le novità annunciate al Google Cloud Next)
  • Caratteristiche principali
    • Monitoraggio del traffico del sito web e delle interazioni degli utenti.
    • Analisi delle conversioni e del comportamento di acquisto.
    • Segmentazione avanzata dei visitatori.
    • Integrazione con Google Ads e altre piattaforme di marketing.
  • Esempio di utilizzo
    Un Retailer può analizzare il percorso del cliente sul sito web, identificare i punti di abbandono del carrello e ottimizzare le pagine di prodotto per migliorare il tasso di conversione.

3. Business Intelligence di 4WS – Gestionale Retail

  • Descrizione
    4WS – Four Way Shop è un Software Retail che include al suo interno un’evoluta soluzione di Business Intelligence. Offre una visione completa del business e supporta i Retailer e i proprietari di negozio nella complessa comprensione dei dati e definizione strategica.
  • Caratteristiche principali
    • Dashboard personalizzate con visualizzazioni avanzate.
    • Analisi predittiva con AI per anticipare i trend di vendita.
    • Integrazione con sistemi di gestione dell’inventario e POS.
    • Integrazione con Qlik
    • Business Intelligence su dispositivi mobile
  • Esempio di utilizzo
    Un retailer può utilizzare 4WS per monitorare le performance di diverse categorie di prodotto, analizzare la rotazione dell’inventario, evitare rotture di stock e ottimizzare le strategie di pricing e promozione basate su dati in tempo reale. Inoltre, con le analisi predittive, il retailer può prevedere il comportamento dei clienti e pianificare strategie di marketing più efficaci.

Vuoi avere uno strumento di Business Intelligence per aiutarti a monitorare e tradurre i dati dei tuoi negozi? Contattaci, e parla con un nostro esperto Retail.

Vantaggi Competitivi dell’utilizzo di Strumenti di Business Intelligence

L’adozione di strumenti di Business Intelligence (BI) offre numerosi vantaggi competitivi, consentendo di migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare le strategie di marketing e vendita, e rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato. 

Ecco alcuni dei principali vantaggi derivanti dall’utilizzo di strumenti di BI:

1. Decisioni Informate
I dati raccolti in tempo reale consentono di prendere decisioni basate sui fatti, migliorando la precisione delle strategie. Con l’accesso immediato a informazioni accurate e aggiornate, i Retailer possono analizzare le performance delle vendite, il comportamento dei clienti e le tendenze del mercato per sviluppare piani d’azione efficaci. 

2. Monitoraggio Efficiente
Le dashboard personalizzate consentono di monitorare i KPI chiave attraverso visualizzazioni intuitive che aggregano dati provenienti da diverse fonti, facilitando la comprensione delle informazioni critiche. Questo consente ai manager di avere una visione completa delle operazioni aziendali e di identificare rapidamente eventuali problemi o opportunità. 

3. Previsione Accurata
Grazie all’analisi predittiva, le aziende possono prevedere i trend futuri e prepararsi meglio per affrontare le sfide. Gli strumenti di BI utilizzano algoritmi avanzati per analizzare i dati storici e identificare pattern che possono influenzare le future performance aziendali. Questo permette ai Retailer di anticipare le esigenze dei clienti, pianificare le scorte in modo più efficace e ottimizzare le campagne di marketing. 

4. Identificazione delle Opportunità
La Business Intelligence permette di identificare nuove opportunità di crescita, ottimizzando le risorse. Analizzando i dati dei clienti, delle vendite e del mercato, i Retailer possono scoprire segmenti di mercato non sfruttati, sviluppare nuovi prodotti o servizi e migliorare le strategie di vendita. 

5. Miglioramento Continuo
Monitorando costantemente i KPI, le aziende possono attuare strategie correttive per ottimizzare le prestazioni. Gli strumenti di BI offrono la possibilità di tenere sotto controllo le metriche critiche in tempo reale, consentendo ai Retailer di reagire prontamente a eventuali deviazioni dagli obiettivi. Questo approccio proattivo facilita l’implementazione di miglioramenti continui, aumentando l’efficienza operativa e la soddisfazione del cliente.

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